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Armando Verdiglione: "Noi diamo qui l'esito parziale
di trenta anni della no stra lettura del testo di Leonardo da Vinci. I mezzi
e gli strumenti, li abbiamo trovati man mano. Per nulla extratestuali. Nel testo.
E procedendo dal suo contesto, dalla sua apertura. Per qualunque angolo o verso
consideriamo la cosa, noi abbiamo la netta impressione di non avere fatto altro,
in questi trenta anni, se non leggere il testo di Leonardo. L'idioma, lo specifico,
l'Altro, la differenza, la varietà, la qualità, noi li abbiamo
riscontrati in esso.
Leonardo da Vinci. Il suo testo. La sua logica. Il suo itinerario. Le istanze
di questi cinquecento anni. E oltre. Le istanze stesse della parola originaria.
Altro che il precursore riuscito o mancato di scoperte e di postulati, la cui
portata ormai non c'è più o va discussa come la portata stessa
delle superstizioni".
Indice
Noi leggiamoLa professione dei critici d’arte è quella di sbagliare, come la professione dei critici letterari, che si specializzano nell’errore, nell’accurato errore.
(Jorge Luis Borges)Natura dell’artificio
Favola. Il dipintore disputa e gareggia colla natura.
(Ft, III, 44 v)Le disavventure del genio malato
Leonardo è diventato un sinonimo. Il sinonimo dell’homo universalis. Salvo assegnargli — come attributo del genio — la malattia, la dissipazione dei talenti, la versione caricaturale, fornita dal Vasari, di chi intraprende progetti grandiosi e nulla porta a compimento, perché colpito da una tragica fatalità.
Come cessa la lingua dei litiganti
Certo la pittura, di gran lunga più utile e bella, più piacerà.
(A, 99 v)Cattolico? Come?
Opera e materia nuova, non più detta.
(Leonardo)Di Gramsci e Mussolini, di Pio XI e Gentile. L’ideologia italiana
La poiesis italiana ama le grandi strutture fatte di piccoli capitoletti, di parti brevi e sugosissime — i frutti dell’albero.
(Cesare Pavese, 2 novembre 1943)Del nulla, del punto, della superficie, della decima caratta
Il calderigio dà il tortomalio a’ figlioli ingabbiati.
— Prima morte che perdere libertà.
(H, 63 v)Del centro della galassia. Lo specchio, lo sguardo, la voce
Ottima cosa è nell’animo la sapienza.
(TV, 4)L’incarnazione del colore. Distanza da Alberti e da Piero
Tu ti porrai una moneta appresso all'occhio: quello spazio che si trova infra la moneta e ’l fine del sito, quanto sarà capace di maggiore intervallo, tanto sarà maggiore quella parte del fino del sito che non fia vista da l'occhio, e quanto più s'appresserà la moneta all'occhio, tanto più saràoccupato del fine del sito.
(CA, 546 v)Il Monte Rosa. Della tenebra, della fiamma, del fuoco e dello sfumato
In quanto a li atti, farai quelli che li sono presso, farsi scudo colle mani e co’ mantegli a riparo del superchio calore, e torti col volto in contraria parte mostrare fuggire. Quelli più lontani farai gran parte di loro farsi colle mani a li occhi offesi dal superchio splendore.
(A, 98 v)Di Calvino e di Pascal. Il corpo e la scena
Figura ciascun membro congiunto e disgiunto.
(W, 138 r)Della questione di vita o di morte. Contro i medici
Quando io crederò imparare a vivere, e io imparerò a morire.
(CA, 680 r)Del dubbio e della calunnia
Allo Stato il danaro è nerbo necessario e gli avari ne debbono essere considerati base e fondamento.
(Poggio Bracciolini)Del disegno. Il diagramma e il programma
Delle stelle delli sproni.
Per causa delle stelle si vedrà li omini esser velocissimi al pari di qualunche animal veloce.
(CA, 1033 r)Non c’è più autoritratto
Il destino di un uomo è scritto sulle lettere del suo nome proprio.
(Adagio della Kabbala)Legittimo, certo e Altro
In carbon vidi già con arte intera
Imago veneranda del mio Vinci
Che in Delo e in Creta e Samo me’ non era…
(Giovanni Nesi)Di ser Piero, di Caterina e di zio Francesco
Credo siate certificati della morte di Maestro Lionardo, fratello vostro, e mio quanto ottimo padre, per la cui morte sarebbe impossibile ch’io potesse esprimere il dolore che ho preso: e in mentre che queste mie membra si sosterranno insieme, io possederò una perpetua infelicità.
(Francesco Melzi a Giuliano di ser Piero da Vinci)Di Giotto e di Masaccio. I trombetti e l’autorità
Dimmi se me’ di me se mai fu fatto.
(CA, 421 r)Di Dio e di san Leonardo. Contro i negromanti e gli alchimisti
E più oltre direi, se ’l dire il vero mi fussi integralmente lecito.
(Leonardo)Delle favole, delle profezie e dei rebus
Nessuno consiglio è più leale che quello che si dà dalle nave che sono in pericolo.
(H, 119 r)Dell’animale fantastico. La galleria e la tipografia
L’omo, prima bestia in fra li animali.
(Leonardo)Della sagoma del nibbio
Meglio sarebbe a voi come rondine volare basso che come nibbio altissime rote fare sopra le cose vilissime.
(Dante Alighieri, Convivio)Freud, questo leonardesco!
Geier (avvoltoio) scivola nella figura del glifo, accenno fugace e timoroso di un accenno. Questa riduzione del Glied (membro) maschile in glifo e gliff (occhiata) scivola verso la sua metonimia femminile. Tra gli echi ci sembra che si tratti anche dell’inscrizione dell’entrata in funzione di un cliché pittorico dell’Ottocento che Freud ricalca sul sogno di Leonardo. La trasposizione dal capezzolo, Brustwarze, alla coda (v. anche “Cod. Atl.”, benché non ci sia rapporto etimologico fra cauda e codex) ci fa cogliere la differenza tra l’immagine di Leonardo lattante e quella che la pittura aveva preconizzato, sin dalla Scuola di Barbizon, quella della vacca madre che allatta bambini-artisti della sua stirpe.
(Tom Conley, 1978)Di Goethe e di Hegel, di Marx e di Jung. L’ideologia del continente
Raffaello, Michelangelo… Leonardo da Vinci è stato forse il solo di questi artisti a avere avuto uno sguardo veramente sovracristiano. Egli conosce “l’Oriente”, quello interno altrettanto bene di quello esterno. C’è in lui qualcosa di sovraeuropeo e di silenzioso, qualcosa che è tipico di chiunque abbia contemplato una cerchia troppo vasta di cose buone e cattive.
(Friedrich Nietzsche, giugno 1885)Del sorriso dell’ideologia francese
Freud ha le sue ragioni di vedere ciò che viene a significarsi nella rappresen-tazione di un animale femmina dotato dell’attributo virile.
(René Major, 1975, a Milano)Away to Egypt! Il fascino dell’ideologia angloamericana
Henry James va a Parigi. Gli capita di vedere la Gioconda. Poi se ne ricorda come di “una signora piuttosto profana con le mani ripiegate”.
Dell’anatomia. Figurare e descrivere
E se tu arai l’amore a tal cosa, tu sarai forse impedito dallo stomaco; e se questo non t’impedisce, tu sarai forse impedito dalla paura coll’abitare nelli tempi notturni in compagnia di tali morti squartati e scorticati e spaventevoli a vederli; e se questo non t’impedisce, forse ti mancherà il disegno bono, il qual s’appartiene a tal figurazione; e se tu arai il disegno, e’ non sarà accompagnato dalla prospettiva; e se sarà accompagna-to, e’ ti mancherà l’ordine delle dimo-stra-zion geometriche e l’ordine delle calculazion delle forze e valimento de’ muscoli. O forse ti mancherà la pa-zienzia, ché tu non sarai diligente. Delle quali se in me tutte queste cose sono state o no, i cento venti libri da me composti ne daran sentenzia del sì o del no. Nelli quali non sono stato impedito né d’avarizia o negligenzia, ma sol dal tempo. Vale.
(W, 113 r)Del paradiso dell’ingegno
Né mai co’ l’animo suo si quietava. Ma sempre con l’ingegno fabricava cose nuove.
(Anonimo Gaddiano)Della ragione nell’esperienza
Dicano alcuni che, nel moversi la saetta, ella si prepara un’onda d’aria dinanti a sé, la quale onda mediante il suo moto non impedisce il corso a tal saetta. Ma questo è falso, perché ogni mobile affatica e impedisce il suo motore.
(CA, 299 v)Della generazione e della lussuria
L’omo ha desiderio d’intendere se la femmina è cedibile alla dimandata lussuria, e intendendo di sì e come ell’ha desiderio dell’omo, elli la richiede e mette in opera il suo desiderio, e intender nol pò, se non confessa, e confessando fotte.
(Ar, 205 v)Di madonna Bona e dei farisei. Il coito
Uno, vedendo una femmina parata a tener tavola in giostra, guardò il tavolaccio e gridò, vedendo la sua lancia: “Oimè, quest’è troppo piccol lavorante a sì gran bottega”.
(F, interno della prima copertina)Omosessuale, chi?
Chi ha voluto esplorare i suoi rapporti affettivi o amorosi, ha dovuto inven-tare, fraintendendo documenti non suoi, immagini femminili del tutto ipotetiche o ricadere nell’ipotesi non mai provata dell’omosessualità.
(Augusto Marinoni)Di Salaì e del metempsicotico Lomazzo
Ricordo come addì 8 d’aprile 1503, io, Leonardo da Vinci, prestai a Vante miniatore ducati quattro d’oro in oro; portògli Salaì e li dette in sua propia mano. Disse rendermeli infra lo spazio di quaranta giorni.
(Ar, 229 v)Della bella alla finestra. L’amore e l’odio
Quando si guarda un quadro, vediamo un paesaggio e non pensiamo che si tratta di una finzione dipinta su tela. Lo vediamo come se il quadro fosse una finestra aperta su quel paesaggio.
(Jorge Luis Borges)Del vento, dell’onda e del suono. La forza
Se una rota si trovassi della grandezza del circulo della terra, la quale si voltassi in un’ora, e un boccale che con continuo versamento si votassi ‘n un’ora il quale versare usassi sopra detta rota, crediamo noi che ’l voltare della rota e ’l versare dell’acqua ‘n una medesima ora, essendo l’acqua consumata del boccale e la rota tornata donde si partì, che l’acqua avessi bagnato tutto il suo circulo.
(CA, 692 r)Del volo e del nuoto. L’automazione
I nuboli, stringendosi, priemano l’aria co’ veloce moto infra l’altra aria, a similitudine d’una mano che premessi una spunga d’acqua infra l’altra acqua, che quella che fugge, si fa dare loco all’altra.
(CA, 576b v)Del gigante e dei nicchi. Il diluvio
Trovandosi l’acqua nel superbo mare, suo elemento, le venne voglia di montare sopra l’aria; e confortata dal foco elemento, elevatasi in sottile vapore, quasi parea della sottigliezza dell’aria. E montata in alto, giunse in fra l’aria più sottile e fredda dove fu abbandonata dal foco. E piccoli granicoli, sendo restretti, già s’uniscano e fannosi pesanti, ove cadendo la superbia si converte in fuga, e cade del cielo, onde poi fu beùta dalla secca terra; dove lungo tempo incarcerata, fe’ penitenzia del suo peccato.
(Ft, III, 2 r)Della festa del paradiso. La bottega
E se pure vorrai compagnia, pigliala del suo istudio. Questa ti potrà giovare per conferimento che accade delle varie speculazione. Ogni altra compagnia ti potrebbe essere dannosa.
(A, 107 r)Del principe, di Vespucci e di san Fiorentino
I tordi si rallegrorono forte, vedendo che l’omo prese la civetta e le tolse la libertà, quella legando con forti legami ai sua piedi. La qual civetta fu poi, mediante il vischio, causa non di far perdere la libertà ai tordi, ma la loro propia vita. Detta per quelle terre che si rallegran di vedere perdere la libertà ai loro maggiori, mediante i quali poi perdano il soccorso e rimangono legati in potenzia del loro nemico, lasciando la libertà e spesse volte la vita.
(CA, 323 r)Chi si crede nato rotondo può morire quadrato?
La notte di sancto Andrea, trovai il fine della quadratura del cerchio; e in fine del lume e della notte e della carta dove scrivevo, fu concluso. Al fine dell’ora.
(Md, II, 112 r)“Se possibile fussi fare una bombarda, che il mondo fussi sua ballotta…” (Md, I, 0 r)
Come Narciso, il sole si specchia nell’acqua. Senza, però, morire di niente e del simulacro. Senza la sincope di Narciso, prodotta dall’attribuzione del tempo all’individuo.
Dello scrittore. Dieci, cento, mille libri
Vedendosi la carta tutta macchiata dalla oscura negrezza dell’inchiostro, di quello si dole. El quale mostra a essa che per le parole ch’esso sopra lei compone, essere cagione della conservazione di quella.
(Ft, II, 27 r)Del piacere e della verità
Uno, volendo provare colla alturità di Pittagora come altre volte lui era stato al mondo, e uno non li lasciava finire il suo ragionamento, allor costui disse a questo tale: - E per tale segnale che io altre volte ci fussi stato, io mi ricordo che tu eri mulinaro. Allora costui, sentendosi mordere colle parole, gli confermò essere vero, che per questo contrassegno lui si ricordava: che questo tale era stato l’asino che li portava la farina.
(M, 58 v)“Per una testa si faccia uno 0” (CA, 534 v)
Dimmi se mai fu fatto cosa simile. Tu intendi e bastale ciò a presente.
(W, 117 v)Delle tavole della parola. La pittura
Se fossero a Parigi, a New York, a Londra, a San Pietroburgo, molte opere dei musei milanesi attribuite a allievi o a seguaci passerebbero, con campane e tamburi, di filato a Leonardo per unanime giudizio della schiera dei critici del paese proprie-tario delle opere e, qualche istante dopo, dei critici degli altri paesi.
Del gran cavallo di Milano
In una lettera al pittore Giorgio d’Arezzo, Pietro Aretino menziona la fama del cavallo di Milano, termine di paragone e di confronto per qualsiasi altro cavallo.
Della pazzia bestialissima. La Battaglia d’Anghiari
Addì 6 di giugno 1505 in venerdì, al tocco delle 13 ore, cominciai a colorire in Palazzo. Nel qual punto del posare il pennello, si guastò il tempo e sonò a banco, richiedendo li omini a ragione. Il cartone si stracciò, l’acqua si versò, e ruppesi il vaso dell’acqua che si portava. E subito si guastò il tempo e piovve insino a sera acqua grandissima. E stette il tempo come notte.
(Md, II, 1 r)Della città di Milano. La Cena
Quando io feci Domene Dio putto, voi mi mettesti in prigione; ora, s’io lo fo grande, voi mi farete peggio.
(CA, 680 r)